Verticale Romano dal Forno, Indescrivibili emozioni dalla Val d’Illasi

Lunedi sera nella sala delle Belle Arti al Rome Cavalieri (già Hilton) a Monte Mario sono andate in scena le Emozioni, quelle vere, con i vini leggendari di Romano dal Forno. Quest’ Uomo è l’Amarone, (le maiuscole erano sottintese nelle parole con cui Paolo Lauciani dell’AIS ha introdotto colui che ha rivoluzionato questo vino straordinario e complesso, questo miracolo nato per sbaglio da una fermentazione prolungata di un recioto, dando così vita a un vino secco, non dolce (per cui Amaro), ma dal corpo immenso, un Amarone appunto.

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Schivo di natura ma perfettamente a suo agio di fronte a una platea selezionatissima di appassionati, l’allievo di Bepi Quintarelli, il Maestro dell’Amarone, ha ironizzato sul fatto che i suoi vini siano così difficili da reperire, e così rare le pubbliche degustazioni, tanto che qualcuno ha persino messo in dubbio la sua effettiva esistenza, presupponendo un nome di fantasia per una etichetta parallela del grande vecchio della Valpolicella, Quintarelli, la tradizione, un lungo applauso della sala ha reso omaggio al maestro recentemente scomparso.S3890024

L’allievo ha superato il maestro? Giuseppe Quintarelli aveva sconsigliato Romano dal tentare l’Amarone nelle sue terre in Val d’Illasi, fuori dal perimetro classico di luoghi come Negrar, Fumane e Novare, quella terra lì diceva, è buona solo per il mais, ma testardamente, convinto delle sue ragioni Romano è andato avanti, insieme alla moglie Loretta, sbagliando e rischiando di suo, aggiustando il tiro ogni volta, non solo riducendo la produttività di ciascuna pianta, ma aumentando significativamente il numero di ceppi per ettaro, fino a densità da Champagne, migliorando e razionalizzando l’efficienza del sistemi di areazione dei locali di appassimento delle uve, fino a modificare il disciplinare ed eliminando la Molinara dall’uvaggio e riscoprendo invece l’Oseleta.  S3890068

L’Amarone della Valpolicella  di Romano dal Forno è 60% Corvina, 20% Rondinella, 10% Oseleta, 10% Croatina. Le vigne più giovani hanno più di 10 anni allevate su un terreno di origine alluvionale , composto per il 70% da ghiaia, 15% limo e 15% argilla. La raccolta avviene mediamente dal 20 Settembre al 25 Ottobre, selezionando i grappoli migliori, con una minuziosa cernita manuale per asportare tutti gli acini meno pregiati. L’appassimento delle uve avviene in plateaux di plastica per tre mesi in ampi locali aperti, con un innovativo sistema di ventilazione che permette di mantenere un flusso d’aria elevato e capillare.

La pigiatura inizia verso la metà di Dicembre, dopo un’ulteriore cernita manuale su ciascun grappolo, allo scopo di rimuovere tutti i chicchi che si sono avariati durante i mesi di appassimento. La fermentazione In  acciaio a temperatura controllata (circa 28 gradi), con follature automatiche controllate da un sistema computerizzato per un periodo di circa quindici giorni, compresa una macerazione finale di due giorni.

L’affinamento in barriques nuove americane, dove riprende una lentissima attività fermentativa che si protrae per ulteriori diciotto mesi, per consumare lo zucchero residuo, e altri 18 mesi per l’affinamento.Si procede poi all’assemblaggio delle varie barriques la filtrazione e l’imbottigliamento con ulteriori 24 mesi di affinamento in bottiglia

Dall’annata 1993 i riconoscimenti internazionali, l’esplosione del mito, i punteggi stratosferici su wine advocate e wine spectator con le quotazioni in costante lievitazione.

!2 vini in degustazione doppia verticale di Valpolicella classico superiore e Amarone della Valpolicella e, ciliegina finale, il Vigna Seré 2004, il recioto, padre nobile dell’Amarone, punta di diamante prodotta, solo nelle annate migliori.S3890054

La annate 1996, 2000, 2001, 2002, 2003 di Valpolicella ci raccontano la storia di una evoluzione di uno vino che prima di Romano Dal Forno in queste terre era un vino da accompagnarsi alla pizza, ora grande eleganza, evoluzione terziaria nel 1996, carnosità piena nel 2003, in mezzo un ventaglio di variazioni tutte giocate  sulla balsamicità.S3890030

Poteva finire qui sarebbe stata comunque una bellissima scoperta, ma poi arriva Amarone 1996 sensazioni ed emozioni al cubo dice Paolo Lauciani, anche lui in difficoltà quasi in imbarazzo a cercare inutilmente nel suo ampio e ricercato vocabolario, le parole che potessero degnamente descrivere il capolavoro. La rosa appassita accompagna il mallo di noce, pepe, incenso, brace spenta, note ematiche e speziatura ancora pungente. Spettacolare al gusto, morbido sapido e fresco, persistenza superlativa con ritorni di menta e cioccolato in una bocca nitida, pulita netta. 99 punti su Wine Advocate. seguono la 1997 immensa incomparabile, poi 1999, 2000, 2001, 2002. Dure le ultime annate per dal forno 2005 e 2007 perdute per la grandine, le quotazioni sono destinate a crescere ancora.S3890046

E infine  il Vigna Seré 2004 120g/l di residuo zuccherino, un recioto con tale freschezza e sapidità, grande equilibrio armonico tra alcool e tannino da non dare l’impressione di essere un vino dolce.S3890053

Si chiude in bellezza con una patissada de caval, piatto tipico e importante della cucina veronese, due giorni di preparazione,il più classico degli abbinamenti.S3890064

 

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