Una Vita a ritmo di Vendemmia

Benvenuti in Masseria Frattasi!

A Montesarchio, in provincia di Benevento, si respira aria di viticoltura dal lontano 1576. La sensazione è quella di essere circondati da uno spettacolare intreccio di radici, storia e tradizione: la Masseria Frattasi è un edificio del Settecento, perfettamente conservato dalla famiglia Cecere Clemente, proprietaria e titolare dell’azienda.

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Paesaggi di montagna: ci troviamo proprio al di sotto del Taburno, dove le varietà tipiche del Sannio Caudino crescono ad altitudini che partono da un minimo di 380 metri sul livello del mare.
Una vita vissuta per il vino: dai terreni di nonno Antonio si è dato il via al rinascimento viticolo della zona, già conosciuta ben tremila anni fa, grazie all’intervento delle popolazioni di Creta, che portarono la vite in questi luoghi durante la prima colonizzazione greca. Oggi il presente porta il nome di Caterina Cecere, viticoltrice sin dalla tenera età di cinque anni, la quale continua a trasmettere, instancabilmente, allo sterminato esercito di nipotini la predilezione per la campagna, la curiosità per i mille modi gastronomici di declinare l’uva e la voglia di vivere la propria esistenza con un ritmo decisamente più lento, quasi scandito a tempo di vendemmia.

Lo stesso Virgilio, poeta campano di elezione, non si stancava mai di stupirsi per le meraviglie del Taburno, per quel pugno di montagne che scendono a precipizio sulla pianura, accarezzate dai venti freddi e dalla brezza del mare. Un unicum climatico incomparabile, che fa crescere le sue genti con profumi di fiori e di foreste, di pietra e di vulcani, di orchidee e di limoni.

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Masseria Frattasi fa della Falanghina il bianco più pregiato del Sud; assaggiarne un bicchiere è come viaggiare: si parte dalle viti secolari e, subito dopo la vigna, si attraversa la foresta, estesa per migliaia di ettari, si rimane estasiati di fronte alle marne e ai calcari bianchi, la stessa pietra con la quale è stata costruita la cantina dell’azienda, all’avanguardia per le tecnologie del freddo, che consentono ai sentori varietali delle uve di esprimersi con assoluta schiettezza e autenticità. E ancora siepi di gladioli e anemoni, alloro, biancospino, ginestre, ciliegie e il gioco è fatto: il viaggio sembra concludersi all’interno del calice, dove ritroviamo le stesse sensazioni che la natura ci ha suggerito. Donnalaura, Falanghina del Sannio Taburno, è stata prodotta in onore della nonna di Pasquale Clemente, proprietario della casa vinicola; sostanziosa all’olfattiva, con un naso fruttato di susina gialla, mela e arancia, regala, inoltre, una parte floreale di glicine e girasole. Generosa anche al palato, incisiva e raffinata nelle sue componenti, tende a lasciarci un lungo ricordo della sua vivace freschezza.
“Raccogliamo uva col marchio della montagna, poi la teniamo al freddo per non far disperdere i profumi, e via sulle tavole di chi ama prodotti unici e irripetibili.”

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Serena Zerilli

Una Vita a ritmo di Vendemmia

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