Food design in punta di baffo
Baffi di latte
Un bicchiere di latte prima di andare a dormire
Sei bianca come il latte
Bianco latte appunto
Il latte ci accompagna da sempre e non solo nella nostra alimentazione, è intorno a noi nei colori, nei discorsi, nei rituali, nei modi di dire. Un alimento completo, prezioso per i piccoli mammiferi , d’uomo come di altro animale, ricco di componenti nutritive e di stimoli per i designers di tutto il mondo.
In Emilia la pianura, risultato dei depositi alluvionali portati dal Po e dai fiumi appenninici costituisce più della metà del territorio. E gli Emiliani, tra gli altri hanno sviluppato bene l’allevamento di bovini, pascoli a gogo dunque e latte a volontà. Non a caso nascono qui industrie alimentari che ergono il latte a loro alimento cardine, vedi Parmalat, Granarolo. Era il 1957 quando nacque il Consorzio Bolognese Produttori Latte (Cbpl), presto noto a tutti come “la Granarolo”. Il Consorzio Bolognese Produttori Latte è una delle prime esperienze di produttori impegnati non solo nella raccolta ma anche nella trasformazione e commercializzazione del latte.
Latte una parola semplice ricca di coccole, che ci riporta con la memoria indietro nel tempo a quando si era bambini, quando una zuppa di latte nutriva anche ai più capricciosi.
Oggi se ne appropriano i designers perchè con tutto questo carattere evocativo 5 lettere bastano per esprimere le loro intenzioni e la loro mission.
Lo sanno bene le fascinose Arabeschi di Latte, che nel loro nome condensano la poetica del loro lavoro. Sono un gruppo di food designers che ritengono che il cibo sia il migliore mezzo di comunicazione, tra socialità e sperimentazione. Arabeschi di Latte crea eventi di food design, esplorando la semplicità del cibo e dei gesti che ne accompagnano la preparazione per svelarne tutto il valore e il potere sociale e aggregativo.
E lo sanno quelli di DesignMilk, vitaminico magazine tra arte e architettura, ti consigliano di berne un sorso al giorno delle loro idee fresche fresche di giornata.
“Basta la parola” anche alla graphic designers Julien De Repentigny e Gabriel Lefebvre: dal Canada, con semplicità, un packaging per il latte in puro carattere tipografico.Non ci si può sbagliare.
Grass Studio usa i cartoni del latte per inviare messaggi. No non li getta in mare con una pergamena dentro, crea una simpatica serie di cartoline d’auguri pretagliate per ogni occasione, che diventano dei mini cartoni di latte, tutte da collezionare.
Tripple Red reinventa il modo in cui le persone interagiscono con i prodotti di uso quotidiano. L’obiettivo principale è sempre la purezza del latte e sullo scaffale per connettersi con il cliente deve rievocare qualcosa di fresco, ricco e gratificante, così come sul tavolo della cucina. Il rosso-e-bianco è un disegno che richiama il cucito, la tovaglia della nonna, ma la magia entra in gioco quando l’elemento di design si trasforma in latte quando viene letto da lontano.
Diversi e tanti i packaging per il latte, in vetro o in tetrapack, in carta pressata o in silicone, attenti all’ambiente o solo molto accattivanti, ce ne sono davvero tanti e per tutti i gusti.
Occhio dopo aver bevuto..ai baffi! Di latte certo!
Sara Costantini