Pagadebit di Romagna Doc: il nettare della tradizione contadina

Lungo i dolci pendii delle colline romagnole, laddove la tradizione contadina si respira quotidianamente attraverso aneddoti e racconti, sapori e odori, si produce un vino dal nome particolare e dal gusto fresco che sa di campagna: il Pagadebit di Romagna DOC.

pagadebit di romagna

L’origine della curiosa denominazione, di derivazione dialettale, si deve all’antico nome del vitigno a bacca bianca di appartenenza, il Bombino bianco, noto per l’abbondanza delle sue produzioni “utile a pagare i debiti“. In più la grande resistenza dei suoi acini garantiva ai contadini una sufficiente resa anche durante le cattive annate, consentendo loro di coprire le spese sostenute durante l’anno e rispettare in tal modo i patti stipulati sulla parola, i cosiddetti Pagadett , da cui Pagadebit ovvero “Paga i debiti!”. Il Bombino bianco, vitigno originario delle pianure pugliesi giunto in Romagna al tempo in cui i Bizantini governavano Ravenna, produce infatti acini dalla buccia spessa e resistente anche alle temperature più rigide e alle piogge, fattori solitamente deleteri per le uve dalla buccia più sottile.

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Coltivato oggi nelle province di Forlì, Rimini e Ravenna, il Bombino negli anni Sessanta fu salvato da una possibile estinzione dai viticoltori di Bertinoro, i quali lottarono per preservarne la coltivazione in produzione limitata, in modo da garantire prodotti caratterizzati da elevati standard qualitativi. Un impegno coronato nel 1989 dal riconoscimento ufficiale della Doc, Denominazione di origine controllata, un traguardo prestigioso per un vitigno considerato minore, ma prezioso e rappresentativo della tradizione enologica romagnola.

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Composto per una percentuale minima dell’85% da uve Bombino bianco e da altri vitigni autoctoni per la rimanente percentuale, il Pagadebit di Romagna è un vino dal basso tasso alcolico, di colore paglierino, screziato di riflessi e sfumature che a tratti virano al verdognolo brillante e altre volte diventano dorate. Al naso concede gradevoli sensazioni fruttate e floreali, che ricordano il profumo dolce e pungente del biancospino e quello selvaggio e intenso della felce. In bocca è secco, fresco, vivace e delicato, con note fruttate di mandorla e dal finale lievemente erboso.

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Si abbina alla perfezione con primi piatti a base di pesce, in particolare ai tradizionali Passatelli, ma si accompagna molto bene anche a grigliate di pesce e a secondi piatti di carni bianche e delicate.

Pagadebit di Romagna Doc: il nettare della tradizione contadina

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