La Toscana di Felsina: storia, innovazione e tradizione

Testimone di un connubio ideale tra storia, cultura e natura, Felsina si presenta come una terra di confine tra Chianti classico e crete senesi.

Un tempo fattoria dei Granduchi di Toscana. Oggi espressione della viticoltura e olivicoltura di qualità, di un legame profondo con il territorio che trasuda dalla storia quasi scolpita in quel terreno calcareo-petroso di quest’angolo di Toscana. Caparbietà e amore per il territoir hanno segnato le vicissitudini di Felsina al punto che l’obiettivo (desiderio) di responsabilità morale verso l’ambiente è divenuto realtà. E questo credo, questa filosofia di vita premia indubbiamente il coraggio e gli sforzi compiuti nel tempo dalla famiglia Poggiali che rileva la proprietà (già attiva come cantina nel Novecento sotto la guida del casato dei Busatti) nel 1966, animata dalla finalità di modernizzare la campagna nel rispetto della tradizione. Subentrato negli anni Settanta il genero Giuseppe Mazzocolin, prende definitivamente avvio il progetto di crescita commerciale dell’azienda e di divulgazione del vino del Bel Paese tanto in Italia quanto all’estero.

foto felsina

 

foto credits

L’amicizia con Luigi Veronelli e la collaborazione con l’enologo Franco Bernardino costituiscono la pietra miliare di un percorso di ascesa qualitativa della Fattoria. Oggi come allora, Felsina è l’esempio di una coltura di sperimentazione che, senza eccessi ed aprendosi alla biodinamica e moderne tecnologie, punta alla salvaguardia della biodiversità.

felsina foto 2

Rispetto e sensibilità verso la Natura si riflettono in toto nei prodotti offerti: l’assaggio regala sempre quelle vibrazioni che nascono solo da una convinta dedizione, al limite forse dell’inverosimile. Ed infatti, la maniacale cura tra vigna e oliveti continua in ognuna delle fasi successive, passo dopo passo, seguendo come fossero figli, gli olii ed i vini. 

foto credits

Dal 2002, la famiglia ha intrapreso il progetto “olio secondo Veronelli” che, orientato alla creazione di un legame tra terra-olio e oliveto, è un riuscito matrimonio d’amore con la filosofia di territoir. Dalle tre zone produttive – Felsina, Pogliarese e Boschi – e da quattro varietà distinte (Pendolino, Leccino, Moraiolo, Correggiolo) nascono “i” monovarietali autentici; impossibile non rimanere colpiti dal fascino elegante di questi “frutti” di Natura e Passione.

Potete pertanto divertirvi alla ricerca del perfetto abbinamento: il pendolino, con il suo netto sentore di mandorla e sfalcio d’erba, regala sensazioni fresche precedute da note amare che virano sul finale in un piacevole piccante. Ideale con piatti delicati, pane bianco e primi poco elaborati. Per rifinire a crudo zuppe, fagioli e minestroni, cedete al gusto deciso del moraiolo, con i suoi netti toni di cardo e oliva fresca; intrigante, invece, il raggiolo che, combinando profumi di erba di campo e note quasi speziate accompagnate da amaro di carciofo e piccante di rucola, si presta a valorizzare piatti della tradizione mediterranea e di carne. Ed infine, il leccino, con fragranze fruttate e accenni di frutta secca (mandorla e pinolo), ben si integra con i piatti delicati e poco aromatici, insalate di funghi, pesce crudo o bollito.

E ad ogni assaggio percepirete il calore di una terra ospitale, la particolarità dei paesaggi, dei profumi, dei suoni di quest’angolo della Toscana.

Manuela Mancino

La Toscana di Felsina: storia, innovazione e tradizione

Cucine d'Italia consiglia