La mia nuova vita inizia con la fine di un viaggio

Il miracolo di San Patrignano

67.tifInizia così il racconto di un ragazzo di nome Roberto, che è riuscito a dare una svolta definitiva alla sua vita grazie alla comunità di San Patrignano. Fondata nel 1978 da Vincenzo Muccioli, essa accoglie emarginati e tossicodipendenti, senza chiedere nulla in cambio alle famiglie e allo Stato. Non stiamo parlando di una città ideale, ma semplicemente di un luogo di passaggio in cui uomini in difficoltà possano tornare a essere elementi positivi per la società, utilizzando lo strumento della formazione professionale. Sono ben 54 le attività che legano le famiglie di San Patrignano e, tra queste, c’è la produzione di “Avi”, eccellente espressione del Sangiovese di Romagna, la cui etichetta significa “A Vincenzo” e vuole rappresentare un grazie all’uomo che ha reso possibile tutto questo. San Patrignano è un laboratorio a cielo aperto, basato su ricerca e sperimentazione, cambiamenti in vigna, in cantina e nel bicchiere.fotovino2 La scelta coraggiosa, che conduce il Sangiovese di Romagna sulla strada della qualità, è stata quella di mantenere la denominazione, portando il vino a non invidiare nulla al parente toscano. I vigneti sono situati sulle colline di Coriano e si affacciano sul litorale riminese. Dagli oltre cento ettari di superficie vitata, dal lavoro dei ragazzi della comunità in cantina e grazie, sopratutto, al magico incontro nel 1997 con Riccardo Cotarella, si sono ottenuti i più prestigiosi riconoscimenti italiani e internazionali in campo enologico. Ogni nuova annata è una stupefacente sorpresa, senza mai perdere di vista l’interpretazione del territorio per opera del suo vitigno rappresentativo.

fotovino5Nel 2004 entra in azione la nuova cantina, responsabile di una nuova declinazione dell’Avi. Controllo delle temperature, gradazioni più elevate, macerazioni post fermentative tese ad ammorbidire il tannino, svinature in piena fermentazione alcolica: tutto ciò dà vita a un naso di ribes, mora, petali di rosa macerati in alcol, tè nero, funghi champignon, sensazioni affumicate di torba. È come se la concentrazione in vigna si trasferisse nel bicchiere: tannino carnoso che riflette il territorio, morbidezza e dinamismo. C’è l’idea di una bocca soddisfatta, ma non stanca. Un vino che ha trovato la quadratura del cerchio.Non saprei cos’altro aggiungere, se non definire San Patrignano come palestra di vita, in cui tutte le attività sono legate dal comun denominatore della passione e della volontà che mettiamo in ciò che amiamo.Una comunità esperta di vite, in tutti i sensi.

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Serena Zerilli

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