Curiosita’ sui gusti culinari di Giuseppe Verdi.

Un magazine raccolto in aereo,sfogliato in modo pigro e poco convinto mi apre innumerevoli orizzonti.In modo serendipico, ancora una volta, mi si apre un mondo.
La citta’ di Busseto (Verdi era nato a Le Roncole, frazione di Busseto) e’ fra le maggiori produttrici di salami. Salami in musica il titolo dell’articolo, un crescendo, una descrizione di salumi lavorati nell’arco di un anno. Mi diverte moltissimo conoscere i gusti in fatto di cibo di grandi artisti del passato, rende loro e le loro esistenze un po’ meno distanti da noi. Ricordo il piacere nel sapere della passione di Alessandro Manzoni per i gelati (curiosita’ appresa tanti anni fa, a tavola con due professoresse illuminate).
Di seguito alcuni salumi che ingolosivano il buon Verdi. Strolghino: frutto delle prime macellazioni autunnali, dalla carne di culatello molto magro, lavorato molto finemente. Verdi lo porta con se’ a Sanpietroburgo nel 1861, dove va in scena ‘La forza del destino’. Poi c’e’ il salame verdiano, il Crespone, con l’aggiunta di aglio, ed il Cresponetto, per il quale la macellazione e’ fatta a mano, a punta di coltello, con pezzi piu’ grossi. Il Salame gentile, con un rivestimento di budello con uno strato di grasso che ne garantisce la morbidezza.Sicuramente il piu’ pregiato per la delicata preparazione e scrupolosa conservazione che consente di gustarlo per periodi piu’ lunghi. Altra passione del maestro Verdi e’ la Spalla cotta, ne consumava e ne regala in quantita’ prima che arrivi  il caldo. Nel regalare il pregiato insaccato sia Verdi che la moglie Giuseppina accompagnano una lettera con indicazioni precise circa il modo di consumarlo, singolare e divertente il particolare secondo cui, per valutare la cottura ultimata del prodotto, si dovesse  adoperare un curadenti, il moderno stuzzicadenti.

Da qui un excursus del Maestro, una vita intensa tra gioie, successi e dolori familiari.

Patrizia Cesari