In Sicilia il vino è donna

Viaggio alla volta del colosso
Donnafugata

Un binomio vincente quello fra donne e vino, un’accoppiata accattivante, che stuzzica il nostro palato e la nostra curiosità.
Il nome ci rimanda alla storia della regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV di Borbone, la quale, in seguito all’arrivo delle truppe napoleoniche, fuggì da Napoli per rifugiarsi in terra sicula, proprio nel punto in cui oggi sono collocati i vigneti di Donnafugata, che letteralmente significa “donna in fuga”. A tale vicenda, descritta dallo scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel libro “Il Gattopardo”, si ispira il logo aziendale, raffigurante un volto femminile con i capelli al vento.

Una qualità estrema e indiscussa che va dal vignetofino al bicchiere è ciò che da sempre caratterizza la viticoltura di Donnafugata: l’obiettivo è quello di raccontare la Sicilia, scegliendo la più indicata combinazione tra vitigno e territorio, condizione, questa, indispensabile per esprimere in modo autentico l’appartenenza a terroirs unici. Donnafugata parla di agricoltura e architettura sostenibili: a Contessa Entellina è stata installata una centralina che ha lo scopo di ridurre al minimo i trattamenti fitosanitari, tenendo costantemente sotto controllo i diversi parametri climatici e ambientali, come l’irraggiamento solare, la quantità delle precipitazioni, la bagnatura fogliare, la velocità e la direzione del vento, l’umidità atmosferica e la temperatura del suolo e dell’aria.

Ci spostiamo a Pantelleria per ammirare il progetto della cantina di Khamma, firmato dall’architetto Gabriella Giuntoli, che prevede terrazze coltivate a vigneto, che dal monte Gibele declinano verso il mare, inserite in un anfiteatro naturale di 13 ettari; il tutto è stato ovviamente realizzato nel pieno rispetto del paesaggio circostante.

Per quanto riguarda la degustazione ci soffermiamo su alcune delle migliori etichette aziendali, che esaltano in pieno la qualità del vino siciliano: il Contessa Entellina Chardonnay La Fuga, fruttato sia al naso che alla gustativa, presenta accenni di zafferano ed erbe fini. L’assaggio è morbido e cremoso, piacevolmente fresco. Il Contessa Entellina Rosso Mille e Una Notte, impenetrabile Nero d’Avola in purezza, è un continuo alternarsi di fiori e frutta, arricchito da elementi come la liquirizia e il mirto, sostenuto da un ampio corredo speziato e ingentilito da sbuffi vanigliati e da una suadente balsamicità. In bocca appare più austero, l’acidità è contenuta e il finale si mantiene lungo su toni fumé. Il Passito di Pantelleria Ben Ryé, dallo splendido colore ambra brillante, sfoggia una straordinaria gamma di sensazioni dolci, vellutate come il suo gusto al palato, avvolgente e interminabile. Ritroviamo dunque nell’assaggio i medesimi sentori di miele di zagara, frutta in confettura, pan di Spagna e uva passa.
I vini dell’azienda siciliana ci conquistano come una donna riesce a far suo il cuore di uomo, rapito da cotanta sensualità.

Serena Zerilli

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