Il Timorasso sfida i giganti rossi del Piemonte.

L’uva a bacca bianca di Vigneti Massa

Prepotente e sfacciato, il Timorasso si insinua con autorità nella storia di una delle più importanti regioni rossiste italiane. Ad emergere, in questo caso, è la terra Tortonese con tutto il bagaglio ampelografico dei suoi vigneti. Qui, e più precisamente a Monleale, in provincia di Alessandria, da circa 4 generazioni, la famiglia Massa coltiva l’uva su terreni calcarei alternati ad altri argillosi. Walter è il diretto responsabile dell’incredibile ascesa del Timorasso, vitigno autoctono delle valli tortonesi, che, fino a una ventina di anni fa, era immesso sul mercato come vino da taglio. Egli, messosi a capo di un gruppo di giovani produttori agli inizi degli anni 90, riuscì nell’intento di riscattare le sorti di questo grande bianco, che, seppur di non facile coltivazione, presenta un potenziale enologico straordinario.

Sono trascorse 20 vendemmie da quando Walter Massa ha incominciato a dedicarsi al Timorasso e una considerazione risulta doverosa: più passa il tempo e sempre più costante è la qualità e ancora maggiore l’interesse di appassionati ed esperti nei confronti del vitigno vincente.
Nella primavera del 2010 l’area vitata a Timorasso dell’azienda ha superato quella riservata alla Barbera e la ragione di tale scelta sta nel fatto che Walter crede fermamente nelle doti pazzesche del suo figlioccio, un bianco irrequieto e indomabile in vigna, ma incredibilmente longevo e di corpo nel bicchiere.
Il Timorasso di Vigneti Massa si presenta in 3 versioni, ciascuna delle quali non ha nulla da invidiare all’altra: Sterpi, Costa del Vento e Derthona, che, sebbene sia il minore dei fratelli, ci impedisce di rimanere distaccati di fronte a un naso di agrumi e acacia, burroso di nocciola,siliceo e insistentemente minerale. L’assaggio non è da meno, un cocktail fruttato e floreale di egregia miscelazione, fresco, sapido e notevolmente persistente.
Un bianco che, di certo, non arrossisce innanzi a un Barolo o a un Barbaresco e che ci lascia con la piacevole sensazione di aver scampato il rischio di perderlo.

Serena Zerilli

Il Timorasso sfida i giganti rossi del Piemonte.

Cucine d'Italia consiglia