Il taglio bordolese del Trentino

L’emozione del San Leonardo

Il San Leonardo nasce dal sapiente e leggendario assemblaggio di tre diverse uve, vinificate e invecchiate separatamente: Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot. I 25 ettari vitati della tenuta, situati a un’altezza di 150 metri sul livello del mare, sono diversificati in modo da poter accogliere correttamente i vari vitigni. Mentre il terreno che ospita il Merlot è composto prevalentemente da ciottoli, letto di una diramazione dell’Adige, il suolo dedicato a Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc risulta sabbioso con pH neutro. Sorprendente è la quantità di antociani del vino, i quali vengono garantiti dalla bassa fertilità e dal buon drenaggio della terra; essi, insieme ai tannini, raggiungono, dopo un solo anno di invecchiamento, livelli di polimerizzazione altissimi, pari a un 50% contro un 35/40% nell’area di Bordeaux.

 

Proprio per questo motivo, Tenuta San Leonardo, insieme ad altri viticoltori trentini, ha lottato per la creazione di un’altra sottozona, denominata Campi Sarni.
I passaggi che i vini della tenuta hanno attraversato da 40 anni a questa parte sono stati guidati, in primis, dal Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, inizialmente affiancato dal grandissimo nome di Giacomo Tachis, successivamente seguito da Carlo Ferrini, che tutt’oggi insieme con Luigino Tinelli, braccio destro del Marchese, controlla l’andamento della proprietà.

Qui in Vallagarina si respira un’aria fiabesca: costeggiando la riva sinistra dell’Adige, di sfondo l’imponente sagoma dei Monti Lessini, tutto ad un tratto si incappa in una piccola chiesetta, che sembra indicare la strada da percorrere per raggiungere un cancello e una bassa cinta muraria, ingresso della Tenuta San Leonardo, magico villaggio dove il tempo sembra essersi fermato.
Il susseguirsi delle annate del grande rosso aziendale si manifesta in un atrio stravagante, che conduce poi al passaggio segreto per la barricaia, e noi, curiosi spettatori, ammiriamo estasiati quest’angolo singolare in cui tutte le vecchie bottiglie riposano coricate su ripiani.
Il San Leonardo incomincia il suo percorso agli inizi degli anni 80. Si tratta di un vino che rinuncia a invadere il mercato nel momento in cui tutti i suoi elementi non contribuiscano a donargli il tuo tipico carattere e la sua avvincente personalità.

Nell’immensa 2006 ritroviamo un sottofondo minerale, nel quale si rincorrono piccoli frutti a bacca scura assieme a profumi di spezie orientali, cassis, radice di liquirizia e caffè. Raffinatissima la gustativa, che presenta una trama tannica di rara finezza e un sapore inconfondibile.
Il taglio bordolese dal cuore verde, bianco e rosso, un eterno successo, che ritorna di anno in anno quasi scontato, ma pur sempre straordinario, l’abbraccio morbido ed avvolgente in cui ciascuno di noi sa di potersi rifugiare.

Serena Zerilli

Il taglio bordolese del Trentino

Cucine d'Italia consiglia