Il rosso porpora che scorre in Alto Adige

Il Lagrein di Alois Lageder

I risultati dell’azienda altoatesina parlano da soli: uvaggi autentici e pieni di carattere, ottenuti con metodi biodinamici e in parte conferiti da viticoltori di fiducia. Prepotentemente autentici, i vitigni di Alois Lageder vogliono esaltare al massimo le proprie peculiarità. La scelta di una gestione sostenibile della proprietà ha portato a vini contemporanei, frutto di giganti passi avanti in termini di qualità.

L’Alto Adige, punto d’incontro fra il Nord e il Sud del continente, presenta una situazione climatica più che favorevole, contraddistinta da una forte escursione termica tra giorno e notte che consente ai vini di giungere a piena maturazione prima di arrivare in cantina. Come afferma l’enologo della tenuta, Luis von Dellemann, l’uomo dovrà saper interpretare le esigenze della natura circostante prima di poter produrre un’eccellenza enologica. Dalla molteplicità dei suoi terroirs riconosciamo la varietà delle uve altoatesine: parliamo di caratteristiche topografiche, composizione e struttura del suolo, microclima e fattore umano.

L’autoctono Lagrein si rende inconfondibile nel vigneto Lindenburg, composto da loess e sabbia e situato nella conca di Bolzano.
La passione enologica viene trasferita di generazione in generazione sin dal 1823, fino a quando Alois II non acquistò altri vigneti nella zona a nord di Bolzano, con l’intento di valorizzare uve, espressione del territorio, come il Lagrein e il Santa Maddalena. La cantina di Lageder, distrutta quasi del tutto dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu ricostruita ex novo ai margini della città e guidata da Alois IV e dalle sorelle Magdalena e Wendelgard, la quale sposò in seguito l’enologo Luis von Dellemann, riportando al successo l’azienda negli anni Settanta.

Nel 1995 fu costruita la nuova cantina a Magré, uno degli ultimi villaggi sul lembo meridionale dell’Alto Adige. La Weinschenke Vineria Paredeis è un luogo in cui la perfetta sincronia tra le mura storiche e l’architettura contemporanea fa si che ci si possa godere, tranquilli e rilassati, un buon bicchiere di vino, che parla di contrastanti e affascinanti paesaggi e di fatica dell’uomo.
L’ammaliante rosso porpora del Lagrein esprime al naso una ricchezza fruttata di prugna e more e una speziatura di cacao, cuoio e catrame. Il microclima molto caldo e i terreni sabbiosi di origine alluvionale, posti a un’altitudine di 230/330 metri sul livello del mare, contribuiscono a rendere eccezionalmente corposa la bocca, prolungate le sensazioni di calore e rotondità e terroso il finale. Perfettamente in accordo con secondi di selvaggina, volatili e formaggi stagionati.
I vini di Alois Lageder assomigliano a un figlio che , lasciato libero dal genitore di esprimere la propria personalità, anche di sbagliare se necessario, al termine del suo viaggio sia in grado di conquistare non per ciò che gli è stato insegnato, ma per tutto quello che ha appreso durante il cammino.

Serena Zerilli

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