Grolla e Coppa dell’amicizia: design valdostano DOC

Parlare di design della cucina valdostana significa parlare di due manufatti tradizionali ma sempre attuali, grolla e coppa dell’amicizia: forme diverse per due oggetti accomunati solo dal materiale, legno pregiato, solitamente il noce. Entrambi si possono trovare sia in produzioni in serie, rifinite a mano, come pezzi unici o frutto di raffinate elaborazioni artistiche.

Diffidare dalle imitazioni: le vere grolle e coppe dell’amicizia sono in legno anche se in commercio se ne trovano versioni in ceramica. In origine grolla e coppa dell’amicizia erano semplici contenitori per bevute conviviali ma col tempo si sono evolute fino a diventare veri e propri simboli della tradizione utilizzati in mille modi: come semplice soprammobili o portaoggetti, trofei etc… Entrambe hanno una storia millenaria ma la coppa dell’amicizia è un po’ più recente rispetto alla grolla. La grolla è un grande calice scolpito dalla forma verticale, la cui etimologia è ambigua poiché pare che derivi da graal calice in cui bevve Gesù nell’ultima cena, portato in Occidente dal personaggio del nuovo Testamento Giuseppe d’Arimatea, e che in lingua d’oil (francese arcaico) significherebbe proprio “recipiente” o “coppa”. Ma l’uso della grolla è storicamente documentato fin dall’Alto Medioevo degli oggetti in uso nei castelli. La coppa dell’amicizia è un recipiente basso e panciuto -elegante versione delle scodelle di legno usate nelle cantine- con coperchio e beccucci per bere in compagnia (da cui deriva il suo nome) il caffè alla valdostana, bevuto nelle fredde giornate invernali, rigorosamente in compagnia.

Come preparare il caffè alla valdostana?

La ricetta tipica per 6 persone, corrispondenti ad una coppa a sei beccuci, consiglia di preparare, rigorosamente con la moka, caffè per 6 tazzine. Mezza mela fatta a pezzetti e 20 grammi di scorze di agrumi che andranno sistemate con una dose da 6 bicchierini di grappa e 6 bacche ginepro in un pentolino di coccio, scaldando a fiamma lenta senza far bollire. Si versa il caffè nella coppa aggiungendo 200 grammi di zucchero e la grappa aromatizzata filtrata. Si spolvera con lo zucchero il bordo della coppa dell’amicizia e mescolando il contenuto gli si da fuoco con un fiammifero lungo. La fiamma deve durare un paio di secondi e spenta, e il coperchio rimesso sulla coppa per berne subito a turno il contenuto.

Un consiglio per chi avesse acquistato o ricevuto in dono una coppa dell’amicizia: bisognerà lavarla con un caffè forte e bruciacchiarne il bordo. Passando di mano in mano, la coppa dispensa a ciascuno la propria razione di caffè più volte, giro dopo giro. E non si deve mai bere dallo stesso beccuccio, proprio per conferire al rito della bevuta quel tocco di promiscuità che crea senso d’aggregazione e coinvolgimento. Un rito millenario che ancora oggi crea amicizia!

 

 

 

Mariangela Martellotta

 

Immagine in evidenza di Mariangela Martellotta

(1) tratta dal sito http://daniele-ayas.blogspot.it

(2) tratta dal sito http://www.mountainsplanet.com

(3) tratta dal sito http://igp-group.it.shopfactory.com

(4) tratta dal sito http://latopinadellavalleargentina.wordpress.com

Immagine a fondo pagina (rielaborazione di immagini tratta da http://www.yndella.com )

Grolla e Coppa dell’amicizia: design valdostano DOC

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