Dalla Grande Mela un nuovo allarme: falsi San Marzano DOP

Questa volta tocca all’eccellenza agricola della Campania, al Pomodoro San Marzano DOP, di essere oggetto di contraffazione. Il fenomeno, come già denunciato dall’illustratore Nicholas Blechman sul New York Times, deriva da una carenza legislativa che ne tuteli la produzione Made in Italy. In allarme i produttori e gli operatori campani.

Eduardo Ruggiero, titolare della cooperativa di produttori DANIcoop e Gino Sorbillo, imprenditore-pizzaiolo napoletano affermano:

Vogliamo che l’illecito venga interrotto al più presto, chi imbroglia con etichette false i consumatori americani deve essere perseguito dalla legge

Sorbillo continua:

A breve con la mia nuova pizzeria nella Grande Mela svolgerò costantemente dei seminari con la Gustarosso (Pomodoro San Marzano dop di Sarno della cooperativa agricola DANIcoop) per spiegare qual’ è il vero pomodoro e quale no. L’inimitabile sapore farà venir fuori tutti i numerosi falsi

Campagne con cassette di pomodori

Quello che i due imprenditori si aspettano è che il Governo affronti e risolva il problema inserendo delle norme per bloccare la contraffazione di un prodotto unico nel suo genere.
Il falso Made in Italy provoca 60 miliardi di euro l’anno di danni e l’agro pirateria sta causando scompensi non solo alle denominazioni DOP e IGP, che in America non esistono, ma anche all’intero sistema agroalimentare e ai produttori.

Oltre al San Marzano, anche l’olio extravergine di oliva, la mozzarella di bufala e il vino sono tra i prodotti campani più colpiti dall’imitazione. I consumatori vengono truffati, gli agricoltori e gli industriali dell’agroalimentare derubati. E le frodi viaggiano anche su internet, visitando una pagina web e digitando ‘San Marzano’, si scoprirà un vero e proprio commercio illegale di questo pomodoro, prodotto in semi, fresco e pelato, con provenienza da Germania, Grecia, Francia, Spagna e America. Una guerra sleale con prezzi più bassi possibile e produttori che non dovrebbero sottostare ai rigorosi disciplinari per garantire la qualità del prodotto a discapito degli imprenditori agricoli, che ogni giorno investono fatica e credono nei loro prodotti e nella valorizzazione della qualità degli alimenti tipici che producono.
Una vera perdita per il PIL della Campania.

Basti pensare che nel 2010 sono state confiscate più di 1.000 tonnellate di pomodori con falsa etichetta San Marzano destinati al mercato americano. Il consumatore si può tutelare e avere la certezza del prodotto se l’etichetta contiene la dicitura “Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino”, il numero identificativo della partita, il marchio Dop e quello del Consorzio di Tutela.
Come riconoscere un vero San Marzano dop Il presidente della Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio afferma:

Coldiretti Salerno concluderà i suoi tour territoriali con una grande assemblea provinciale annuale proprio nell’Agro sarnese-nocerino, territorio dalle potenzialità troppo spesso soffocate, dove auspichiamo una maggiore attenzione da parte delle istituzioni e una rinnovata stagione di collaborazione nella filiera che sarebbe utile a tutti e creerebbe vantaggi per tutta l’economia provinciale

Avrebbe dato speranza il Disegno di Legge sull’etichettatura obbligatoria dell’origine degli alimenti. Una legge che prevede l’indicazione del Paese di produzione per i prodotti alimentari non trasformati, mentre per quelli trasformati sarà necessario scrivere sia il luogo in cui è avvenuta l’ultima trasformazione che quello di coltivazione della materia prima agricola prevalente.

Ciò però non è stato accolto dalla Commissione Europea, la quale ha fatto marcia indietro e ha sottolineato che l’indicazione della provenienza sarà volontaria e non obbligo a livello comunitario per i prodotti come: pomodoro, latte e derivati, carni di cavallo e coniglio, pasta, riso, zucchero e succo d’arancia.

Si pensa che questo “ammorbidimento” degli obblighi sulle etichette sia un campanello d’allarme in vista dell’entrata in vigore del TTIP (Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti), un accordo di libero scambio in corso di contrattazione già dal 2013 tra UE e USA, con l’obiettivo di ridurre i dazi doganali e rimuovere in molti settori le barriere non tariffarie (ovvero regolamentazioni non fiscali del commercio estero, come dazi, contingentamenti, embarghi, licenze, così da limitare la circolazione di merci e le importazioni – n.d.r.) in modo tale da integrare i due mercati e favorire il flusso degli investimenti, la libera circolazione di merci e l’accesso da parte dei servizi e degli appalti pubblici ai rispettivi mercati.

Il ministero delle Politiche Agricole invece ha fatto dell’etichettatura un simbolo sotto cui combattere in Europa; il prodotto deve essere tutelato e deve fornire al consumatore informazioni chiare sull’origine di ciò che compra.

Photo credit: The New York Times

Dalla Grande Mela un nuovo allarme: falsi San Marzano DOP

Cucine d'Italia consiglia