Dagli stivali alle pinne: l’Orto di Nemo è sott’acqua

Un team della Ocean Reef ha scelto la Liguria per un progetto rivoluzionario. Nemo’s Garden porta le coltivazioni di basilico dalle terrazze al fondale marino.

Nuove generazioni di contadini con pinne e occhiali. È questa l’ultima frontiera di Nemo’s Garden, un programma interamente improntato sull’agricoltura sostenibile, nato nel 2012, concretizzatosi già a partire dall’estate 2013 e oggi in continua evoluzione. Il progetto prende le mosse dall’estro e dalle competenze di Sergio Gamberini, esperto subacqueo nonché ingegnere e presidente della Ocean Reef, azienda leader nella produzione di apparecchiature subacquee con sedi a San Marcos (California) e Genova.

Sergio Gamberini
Sergio Gamberini

Al suo debutto, l’Orto di Nemo prevedeva un piccolo orto sottomarino da sviluppare in due biosfere in materiale vinilico trasparente con capacità di 800 litri, ancorate al fondale della Baia di Noli (SV) a una profondità di 8/10 metri, a circa 100 metri dalla costa. In quel primo esperimento, grazie alle condizioni termiche favorevoli con una temperatura interna pressoché stabile attorno ai 25°C, a un tasso di umidità medio all’interno delle biosfere pari a circa l’85% e alla scarsa escursione termica tra il giorno e la notte, i semi di basilico piantati germogliarono in poco più di 48 ore e il primo raccolto di circa 300 gr fu disponibile in appena 52 giorni. Nessun problema anche per il ciclo di fotosintesi clorofilliana, decisivo per lo sviluppo delle piante, che si attivava regolarmente grazie ai raggi solari che durante il giorno raggiungevano le biosfere attraverso l’acqua. Le analisi condotte dal Centro di sperimentazione e ricerche agricole di Savona sulle piantine di basilico prodotte sott’acqua mostrarono, inoltre, delle proprietà chimiche e organolettiche perfettamente comparabili a quelle delle coltivazioni tradizionali fatte a terra.

Orto di Nemo

Orto di Nemo

Negli anni l’Orto di Nemo è cresciuto sia in dimensioni che in tecnologia. Le biosfere sono diventate 5, alle colture di basilico si sono affiancate quelle di varie tipologie di insalata e l’intero impianto è stato dotato di moderni sistemi di monitoraggio governabili da remoto e attivi 24 ore su 24, nonché di telecamere che consentono dirette tv e collegamenti via Ustream e Skype da ogni parte del mondo.

Orto di Nemo

Due i principali punti di forza dell’Orto di Nemo: da una parte l’eliminazione degli antiparassitari chimici, resi superflui da un ambiente, quello sottomarino, in cui le piante non possono essere infestate dagli insetti tipici delle coltivazioni terrestri; dall’altra, la possibilità di esportare questo progetto in Paesi con scarse riserve di acqua dolce. Le coltivazioni all’interno del Nemo’s Garden, infatti, attingono acqua dolce dalla condensa dell’umidità presente all’interno delle biosfere, riproducendo dei cicli dell’acqua in miniatura. In tal modo, un domani, si potrebbe arrivare a fare a meno dei dispendiosi processi di desalinizzazione delle acque marine che attualmente sono il principale strumento di “produzione” di acqua dolce laddove questa scarseggia.

Orto di Nemo

Una volta messi da parte gli strumenti tipici del mestiere su terra, i guanti e gli stivali, la vera sfida per il futuro sarà quindi quella di fornire al contadino subacqueo un progetto realizzabile su larga scala a costi contenuti. Quello che è certo è che l’attenzione rivolta a queste innovative tecniche di coltivazione non è mai stata tanto alta. Dagli orti urbani, a quelli in balcone, passando per quelli galleggianti fino ad arrivare a quelli subacquei: un ritorno alle origini fatto di terra e germogli, di ecosostenibilità e attenzione alla vita.

Orto di Nemo

Per chi volesse dare un’occhiata più da vicino al progetto, l’appuntamento è fino al 31 ottobre al Padiglione Italia di Expo, dove l’Orto di Nemo è presente con un filmato illustrativo nella sezione “I Poteri del Limite”, selezionato come soluzione innovativa per il futuro dell’alimentazione.

Sara Stopponi

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