Cuori in Pasta

Ergonomia, porzionabilità, contestualizzazione, funzionalità, praticità, sono i parametri che un designer dovrebbe tenere in considerazione prima di progettare. E un food designer ANCHE.

Forse non ci avete mai fatto caso, ma anche quando mangiamo la pasta stiamo godendo del lavoro di un food designer. Eh si la pasta è stata progettata, è frutto di studi di progettazione, di millimetri per tenere la cottura, di textures per intrappolare meglio il sugo, di forme per conquistarci ogni giorno con un boccone diverso.

EMILIA1Lo spaghetto Barilla è uno dei 10 prodotti che hanno contribuito a fare la storia del Food Design esposti nella Food Design Story Box. Ed è datato 1824.

Ed è proprio l’ Emilia Romagna la patria della pasta, avendo visto nascere sul suo territorio una delle più grandi aziende che hanno costruito un impero con farina di grano duro e acqua: la Barilla.

Spaghetti, pennette, conchiglioni, fusilli..chi più ne ha più ne mangi. Da allora il formato della pasta è stato oggetto di studio per  tanti palati. Ed è quello che hanno fatto in casa Cosimo Rummodove, per raggiungere una cottura perfetta e raccogliere bene il condimento, il pastificio beneventano ha dato vita ad un’ampia superficie elicoidale studiata al millimetro: così il fusillottoora vanta un rapporto ideale tra superficie e spessore della pasta.

Si è divertito anche il designer Mauro Olivieri, nel 2010, a  progettare un prodotto di design legato al cibo per il ventennale dell’Association Saint-Henri di Tolosa. Per l’occasione sono nati i Campotti, per il Pastificio dei Campi, un nuovo formato di pasta. Un pacchero stretto al centro che assume la forma di un otto, mantenendo il perimetro del formato originario ma riducendo il suo diametro, conferendo quindi alla pasta una nuova sensazione al palato, vista la sua migliore presa con il condimento che la rende appetitosa e la sua forma più semplice da mangiare.

EMILIA1_2Nel 2011 questo innovativo formato di pasta trafilata al bronzo ha ottenuto un grande successo: i Campotti di Mauro Olivieri sono stati inseriti nell’ADI Design Index.

Spesso e volentieri diamo per scontato l’esistenza di quello che ci sta intorno, proprio come per la pasta, come se fosse sempre esistita per volontà di chissà chi, abbiamo mai pensato a quanti formati di pasta esistono o potrebbero esistere?

Caz Hildebrand nota graphic designe, affascinata dalla texture geometrica di 300 tipi di pasta e  Jacob Kennedy, cuoco, comproprietario di Bocca di Lupoa Soho , spinto a sua volta dalla curiosità dell’abbinamento fra formati di pasta e tipo di sugo, li hanno contati e ci hanno fatto un libro. E’ Food, love, design.Il libro perfetto per Gorgelous.

Per finire, visto che si avvicina la festa degli innamorati, non posso non parlare del romanticissimo “LOV”, di Fabio Damiani e Michela Zambelli. Un’altra volta Food Design come strumento di aggregazione.

E’ un progetto che esprime una identità comunicativa, una funzione sociale e una proprietà ludica di facile intuizione e comoda fruizione. È costituito da un unico bucatino lungo 500 cm il quale, al momento della produzione, viene fatto essiccare a forma di spirale e confezionato in un apposito contenitore. La preparazione del bucatino segue normalmente le prescrizioni di cottura della pasta. Al momento della consumazione, LOV rivela la sua principale caratteristica: è studiato appositamente per generare un continuo avvicinamento di una coppia di partner che, partendo ciascuno da un estremo del prodotto, arrivano all’inevitabile incontro delle labbra. Chiaro riferimento alla celebre scena del bacio dinnanzi a un piatto di spaghetti al ragù, di “Lilli e il Vagabondo” di Walt Disney.

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Sara Costantini

 

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