I tappi delle bottiglie di prosecco sono tappi particolari, che devono rispondere a determinati requisiti, soprattutto quello della resistenza alla pressione interna della bottiglia dovuta all’anidrite carbonica interna del vino, che è mediamente di cinque o sei atmosfere, ma può raggiungere anche le dieci atmosfere. I tappi, e le bottiglie, sono progettati per resistere alle massime pressioni ipotizzate, anche in considerazione del trasporto dei vini verso i ristoranti e i rivenditori, che spesso agita le bottiglie aumentando la pressioni.
Il classico tappo in sughero, a forma di fungo, per le bottiglie di spumante è costituito principalmente da due parti: il corpo (parte superiore del tappo non a contatto con il vino, spesso realizzata con un pezzo unico di sughero di buona qualità) e la testa (viene introdotta nella bottiglia ed resta a contatto con il vino. È generalmente formata da due tondi di sughero incollati fra loro e poi alla base del corpo). Il tappo ancora non ancora inserito, non ha la forma del corpo che tende ad allargarsi verso la base, ma è perfettamente cilindrico, anche se mantiene il diametro maggiore. Per inserirlo il tappo viene prima lubrificato, e poi compresso sulla sua lunghezza radiale, in modo da “restringere” il diametro e consentirne l’inserimento. Il tappo viene poi compresso longitudinalmente in modo da inserirlo fino a metà della sua lunghezza totale e poi ingabbiato dalla gabbietta metallica.
Naturalmente per realizzare questa procedura vengono utilizzate delle macchine particolari per una operazione che sarebbe impossibile manualmente. Le due compressioni avvengono infatti contemporaneamente e con il tempo poi, e la successiva stappatura della bottiglia, avremo quella caratteristica forma a fungo da tutti conosciuta. Quando il tappo è incollato viene successivamente sottoposto a levigazione e alcune volte anche ricoperti di paraffina o altri lubrificanti neutri così da facilitarne l’inserimento nel collo della bottiglia. La resistenza alla pressione è completata con l’applicazione della gabbietta metallica che svolge un’importante funzione di trattenimento del tappo, che altrimenti sarebbe comunque espulso dalla pressione specialmente durante il trasporto.
In Veneto è stata avviata la sperimentazione chiamata “Tappo-a-chi?”, promossa dal consorzio Ri-Legno, dal Comune di Valdobbiadene e da Savno, azienda pubblica che gestisce i rifiuti nel Veneto Orientale. Proprio a Valdobbiadene – patria del Prosecco – per un anno enoteche, bar e ristoranti fanno la raccolta differenziata dei tappi da avviare a nuova vita. Se l’esperimento avrà successo sarà esteso a tutto il territorio sulla sinistra del Piave.
Il sughero può essere trasformato in pannelli per coibentare gli edifici, oppure può servire per le suole delle calzature estive. I tappi messi da parte in enoteche, ristoranti, pub, viene avviato allo stabilimento trevigiano Armorin Cork, la prima azienda nel mondo che ha avviato il riciclo dei tappi, dove si provvede a separarlo da materiali estranei quali plastica, carta o metallo; macinato e compresso, il sughero è trasportato negli stabilimenti del Portogallo per le successive lavorazioni. Anche i consumatori privati possono contribuire alla raccolta differenziata portando all’ecosportello di Valdobbiadene i tappi delle bottiglie sturate a casa.
Per rispondere alle esigenze dell’export dei vini italiani all’estero due Consorzi particolarmente vitali di in Veneto, quello del Bardolino e del Soave si sono consorziati deliberando di autorizzare la chiusura delle bottiglie di Bardolino e di Chiaretto non solo con i tradizionali tappi in sughero o in materiale plastico, ma anche con modalità innovative, come il tappo in vetro o la capsula a vite di nuova generazione.
Inoltre un’altra richiesta è stata da poco posta all’attenzione della Regione Veneto per il successivo invio al Ministero: i produttori di Bardolino si aspettano buone notizie anche sul fronte del bag-in-box, una forma di confezionamento molto apprezzata soprattutto nei paesi Scandinavi, ma che attualmente può essere utilizzata per il Bardolino, ma non per il Chiaretto, a causa di un cavillo della normativa nazionale. Naturalmente, come molti sanno, esistono in commercio i tappi a fungo in plastica, molto più economici e facili da inserire, con le alette circolari di resistenza che aderiscono al collo. Questo tipo di tappi, oltre ad avere un’estetica decisamente povera e non di classe come un grande vino meriterebbe, hanno anche una resistenza molto minore alla pressione. Vengono quindi raramente utilizzati negli spumanti nobili, e inseriti solo in quelli a basso costo e nei vini frizzanti.
In alternativa all’uso e consumo dei tappi va diffondendosi in Veneto il commercio del vino alla spina, in nome della riduzione dei rifiuti: una soluzione ideale per dignitosi vini da pasto. Quando però si tratta di mettere in tavola una bottiglia di quelle buone, non c’è storia: il vino va nel vetro, e col tappo di sughero sopra!
Mariangela Martellotta